Pericle. Un uomo, un regime, una cultura

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Autore libro: Levi M.A., pagine 370

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Nell'età di Pericle il costume va mutando con il graduale abbandono delle pratiche aristocratiche.

La morale prevalente nella democrazia periclea impone un modo di vivere sobrio e modesto, e determina una condanna morale contro il lusso e la grande proprietà, manifestazioni sintomatiche della prevalenza aristocratica.

Oltre a motivazioni ideologiche e a contrasti di potere, gravi conflitti di interesse causano rancori feroci da parte di quanti vengono spogliati dei loro patrimoni per una politica che essi disapprovano.

Del resto, uno degli scopi , e dei risultati della politica democratica è appunto il cambiamentodella società mediante la distruzione di quei centri di potere quali da secoli sono le maggiori concentrazioni di capitali.

Nella politica ateniese di egemonia è presente una nuova cultura, negazione di tutta la tradizione arcaica della Grecia, che aveva sempre regolato la vita pubblica su una normativa ritenuta di origine trascendente.

Il governo pericleo segue altri principi: divenuta la religione fatto personale, si conta su una razionalità immanente, si valuta il rapporto di forza e potenza, e, in base a questi concetti, la polìs si va delineando ideologicamente come un tentativo di nuova forma di convivenza umana, in cui la forza, non più degli dèi, detta norma e crea legittimità.

Ne nasce un dibattito che mette in conflitto passionale tutte le questioni e tutti gli interessi vissuti dalla cultura attica del tempo.

Pericle, uomo di stato e uomo di cultura, aristocratico e popolare, trovò i limiti alla sua opera nell'essere vissuto in mezzo fra due generazioni, fra due ceti di governo, fra due metodi politici e soprattutto fra due culture.

Forse per queste particolari situazioni passò alla storia come un mito, e a lui si fece merito anche di cose che erano già state pensate, decise, iniziate da altri, mentre acora oggi si dibattono le valutazioni della sua personalità e della sua opera.

Uomo del passato e insieme uomo dell'avvenire, si trovò a raccogliere attorno a sè, insieme con i suoi meriti, quelli dei suoi predecessori, e a portare il peso degli errori dei suoi successori oltre che di quelli che realmente fece o dovette fare.

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