QUANDO FARE E' CREDERE. I riti sacrificali dei Romani
Autore: John Scheid
traduzione di B. Gregori
Edizione: 2011
Collana: Storia e Società
ISBN: 9788842079026
Pagine: 336 ILLUSTRATO
La religione romana ha una cattiva reputazione.
Paragonata alle religioni universali chiamate 'religioni del Libro', sembra non suscitare alcun interesse.
Priva dell'idea di rivelazione, di credenze e di dogmi, essa è fatta unicamente di riti e di obblighi rituali.
Questo ritualismo spesso prosaico è stato a lungo inteso in modo sbagliato, quando non addirittura disprezzato.
E invece riti e sacrifici possono contenere un pensiero teologico o filosofico implicito: essi mettono in scena le gerarchie che esistono nel mondo terreno e nell'aldilà tra gli uomini e gli dèi, tra gli dèi stessi, tra i loro partners umani.
Così, l'immolazione di un bue, l'ordine di distribuzione delle porzioni di carne, lo stesso modo di consumarle, dicono molto sui rapporti tra gli dèi e gli umani.
Tutto questo viene dimostrato da John Scheid attraverso l'analisi di alcuni sacrifici praticati a Roma tra il II secolo a.C. e il III secolo d.C.: quelli compiuti dalla confraternita religiosa dei fratelli arvali, quelli che si svolgevano durante i Giochi secolari, le prescrizioni sacrificali di Catone il Censore e, infine, i sacrifici funerari.
Questi atti sacrificali, la cui esecuzione lascia il campo libero a tutta una serie di interpretazioni e di credenze, pongono un problema fondamentale: quale significato può avere una religione priva di fede?
Indice del volume:
Introduzione
Parte prima
Facere. Il sacrificio, rito centrale della religione romana
I. Sacrifici secondo il rito romano.
1. Un percorso sacrificale semplificato: i voti per la salute del principe, 3 gennaio,
2. L’esempio di un sacrificio complesso:il sacrificio a dea dia,
3. Il modello del sacrificiopubblico,
II. Modi romani di pensare l’azione.
1. Rango delle vittime e ordine dei piacula
2. Altri dei
3. Un problema trifunzionale
4. Costruzione di litanie
5. Modi romani di pensare l’azione
Parte seconda
Sacrifici secondo il rito greco
III. Le ambiguità del «rito greco»: l’esempio dei Giochi secolari.
1. Gli olocausti
2. I sacrifici diurni
3. Sacrificare secondo il rito greco acheo,
IV. Il sacrificio romano secondo Dionigi di Alicarnasso
1. Una descrizione preziosa ma lacunosa,
2. un sacrificioromano?
3. un sacrificio «Graeco ritu» nei Giochi romanie plebei?,
Indice
Parte terza
Il sacrificio domestico
V. Immersione nella religione privata: i sacrifici nelle terre di Catone il Censore
1. Particolari essenziali
2. Il «banchetto» di Giove (prescrizione132),
3. Il sacrificio della scrofa «precidanea» (prescrizione 134),
4. dissodamento e «lustratio» (prescrizioni139 e 141),
5. Il voto per i buoi (prescrizione 83),
6. Catone e il sacrificio romano,
VI. diventare un altro mangiando. Sacrifici e banchettifunebri
1. Che cosa accadeva durante i funerali romani?,
2. Mangiareai funerali,
3. Il sacrificio della novena
4.Mangiarealle feste dei morti
5. Perché mangiare con i defunti?
VII. onorare i morti: i «parentalia» secondo gli onori accordatiai principi defunti
1. Il rito del sacrificio funerario («parentatio»)
2. Lo sfondo ideologico delle «parentationes» dei principi
Parte quarta
Aspetti sociali del sacrificio a roma
VIII. Il problema del banchetto sacrificale romano
1. Spartizioni collegiali
2. Questioni di macelleria
3. Sacrifici pubblici e carne
4. Alcuni banchetti contestati,
IX. Questioni di spartizione sacrificale
Conclusione Quando fare è credere
Appendici
1. Il sacrificio votivo del 3 gennaio 87
2. I sacrifici a deadia del maggio 120, 218 e 240 d.C.
3. I sacrifici espiatori degli arvali
4. I principali sacrifici dei giochi secolari
5. Le prescrizioni di Catone
6. Corrispondenze tra i sacrifici del «de agricoltura» di Catone e i sacrifici degli arvali
7. Le «parentationes» in onore dei principi
8. Ilbanchetto sacrificale
Bibliografia