Bestie, Uomini e Dei.
Autore: Ossendowski F.A.
Pagine: 294
Uno dei più noti pubblicisti americani, Albert Shaw della Review of Reviews, avendo letto il manoscritto della Parte I di questo libro battezzò l'autore “il Robinson Crosuè del secolo ventesimo”. C'è, in tale giudizio, riassunta la caratteristica più attraente dell'opera, e anche la più pericolosa; giacché le vicende commoventi e terribili ch'essa racconta sembrano alle volte troppo strepitosamente colorite per esser vere e – alcune – nemmeno verosimili ai nostri giorni.
Voglio perciò fin da adesso assicurare al lettore che il dott. Ossendovski è un uomo di varia e molteplice esperienza, uno scrittore e uno scienziato avvezzo all'osservazione: questo dovrebbe bastare a garantire l'attendibilità e l'esattezza di ciò che scrive. Soltanto gli avvenimenti straordinari di questa nuova epoca straordinaria potevano gettare una persona di tale ingegno e di tale cultura nell'ambiente primitivo dell’“Uomo delle caverne”, dandoci così questo libro unico, fatto di avventure personali e di grande mistero umano, pervaso dalle grandi forze politiche e religiose che battono nel “cuore dell'Asia”.
L'AUTORE
Scrittore e giornalista polacco, si laureò a Parigi e insegnò chimica al politecnico di Tomsk. Come esploratore, viaggiò in mote zone remote come la Siberia e l’Estremo Oriente.
Nel 1899, dopo la sommossa di studenti a San Pietroburgo, Ossendowski fu costretto a lasciare la Russia imperiale e trasferirsi a Parigi, dove continuò i suoi studi alla Sorbona.
Dopo lo scoppio della guerra russo-giapponese si spostò in Manciuria dove divenne uno dei leader della diaspora polacca e pubblicò il suo primo romanzo in lingua polacca, Notte.
Dopo aver organizzato uno sciopero contro la brutale repressione del Regno di Polonia, venne arrestato; un tribunale militare lo condannò a morte per cospirazione contro lo zar, ma la sua pena fu poi commutata in diversi anni di lavori forzati. In questo periodo si dedicò alla scrittura e diede vita al romanzo V ludskoi Pyli, in cui descrisse il suo soggiorno nelle prigioni russe e grazie al quale ottenne un'insperata popolarità, tanto che Lev Tolstoj lo citò come uno dei suoi scrittori preferiti.
Dopo la Rivoluzione d'ottobre e lo scoppio della guerra civile russa, fu coinvolto nel governo anti-rivoluzionario russo; si arruolò come ufficiale dei servizi segreti e fu inviato al corpo di intervento degli Stati Uniti.
Ossendowski si unì a un gruppo di polacchi dell'armata bianca che cercarono di fuggire al controllo comunista siberiano, attraversando India, Mongolia, Cina e Tibet. Dopo un viaggio di parecchie migliaia di chilometri il gruppo raggiunse la Mongolia, dove gli venne concesso il diritto di cittadinanza dal misterioso barone Roman von Ungern-Sternberg. Ossendowski si arruolò nell'esercito del barone come un ufficiale comandante di una delle truppe di autodifesa. Divenne consigliere politico del barone e capo dei servizi segreti.
Dopo il suo arrivo a New York, Ossendowski iniziò a lavorare per il servizio diplomatico polacco e come spia. Alla fine del 1921 pubblicò il suo primo libro in lingua inglese: Bestie, Uomini e Dei, grande successo e un bestseller.
Nel 1922 ritornò in Polonia e si stabilì a Varsavia dove continuò a insegnare e rimase consigliere del governo polacco, oltre a un sovietologo esperto. Morirà in Polonia. Dopo la sua morte si scoprì che Ossendowski era ricercato e veniva considerato un nemico del popolo per il suo libro su Lenin e il sistema sovietico. Gli agenti sovietici riesumarono il suo corpo per confermare la sua identità. La diffusione della sua opera riprese solo dopo la caduta del Muro di Berlino nel 1989.