La storia di Sigfrido e dei Nibelunghi (Sigurd il Volsungo nella versione nordica) ha tutto: draghi, valchirie, lupi mannari e nani; interventi di divinità con un occhio solo, una spada spezzata e riforgiata, un favoloso tesoro accumulato e un anello magico maledetto. E vi sono anche elementi cosiddetti moderni come incesto, infanticidio e sacrificio umano. È tutto questo mescolarsi di temi ad affascinare J.R.R. Tolkien e a spingerlo a riscrivere la leggenda. Così prima del Signore degli Anelli nasce La leggenda di Sigurd e Gudrún, gradevole anche al lettore che non ne conosce le fonti. È la perfetta sintesi tra il medievalismo più strettamente legato alla storia e le sue forme più libere che si trasformano in letteratura fantastica.
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