Il mito di Roma. Da Carlo Magno a Mussolini.
Roma. Non solo una città, ma nucleo generatore di miti, luogo che fin dall’antichità ha offerto metafore e modelli alle lotte politiche, ai conflitti religiosi, alle scelte culturali.
Un certo senso della grandezza, l’idea di uno spazio amministrativo unificato e regolato dal diritto, un’efficacia tecnica associata alla bellezza della forma nelle arti e nelle costruzioni, un insieme di virtù morali in cui si era tentati di vedere il segreto del successo: ecco la ricetta che Roma ha offerto a quanti volevano trovare in lei un simbolo immortale, inattaccabile dal tempo.
Dal Medioevo a oggi, Andrea Giardina e André Vauchez raccontano la presenza del mito di Roma all’origine delle idee politiche che ancora animano l’attualità. La concezione universalistica dell’impero medievale e del papato, la difesa delle libertà cittadine e dei valori dell’autogoverno, l’immagine trionfante della Rivoluzione francese e la vocazione scenografica del fascismo sono le principali tributarie del mito di Roma, così come lo sono stati tutti quei movimenti che, dalla Riforma protestante ai nazionalismi ottocenteschi e al nazismo, si sono riconosciuti in un’identità ‘antiromana’. Fra riabilitazioni e cadute, fra entusiastiche adesioni e drastici rifiuti, il mito di Roma continua a vivere un destino alterno, nelle cui pieghe corre la strada maestra della nostra storia.