Amleto ed Ecuba. L'irrompere del tempo nel gioco del dramma.
Fra le tragedie shakespeariane, «Amleto» è una delle più misteriose e ambigue; per intenderne il senso, sostiene Carl Schmitt in questo piccolo saggio magistrale, occorre far riferimento a un nucleo di eventi storici di cui Shakespeare fu spettatore, in particolare alla vicenda di Maria Stuarda e di Giacomo I, successore di Elisabetta I al trono d’Inghilterra. Ma a Schmitt non interessa tanto identificare questi con i personaggi di Amleto e della madre Gertrude, quanto vedere come la politica lasci la propria impronta sulle più alte manifestazioni espressive di un’epoca: il genio di Shakespeare sta nell’aver riconosciuto l’elemento politicamente tragico del suo tempo (il destino degli Stuart e la nascita dello Stato moderno) e nell’averne conservato, all’interno del dramma, l’essenza concreta e vitale.
Carl Schmitt (1888-1985) insegnò in varie università tedesche, prima di diventare professore all’Università di Berlino nel 1933. Ritiratosi a vita privata alla fine della seconda guerra mondiale, continuò ad occuparsi di diritto internazionale. Fra le molte opere tradotte in italiano ricordiamo, pubblicate dal Mulino, «Le categorie del “politico”» (1972, ultima ed. 1998), «Cattolicesimo romano e forma politica» (2010) e «Sul Leviatano» (2011)