La fama di santità che accompagnò in vita e in morte il Beato Amato da Saludecio si è manifestata attraverso vari eventi già negli anni immediatamente successivi alla sua dipartita. Basti pensare che già nel 1304 si prevedono indulgenze in favore di chi visiterà il suo corpo, sepolto nella cappella dell’ospedale da lui fondato. A partire da allora tutti i documenti superstiti, senza soluzione di continuità e senza eccezioni, attribuiscono ad Amato l’appellativo di Beato o di Santo; numerosi fedeli ne invocano fiduciosi l’inter- cessione e attestano di aver ricevuto grazie in virtù del suo intervento. La tradizione poi risulta particolarmente credibile, perché nasce e si consolida a caldo, senza lunghi in- tervalli temporali che potrebbero affievolire i ricordi e rendere meno netti i contorni degli avvenimenti. Col titolo di Beato fu appellato da Giulio II e da Leone X; con quello di Santo da Martino V e Paolo V e Benedetto XIV, nel suo celeberrimo De servorum Dei beati- ficatione et beatorum canonizatione menzionò il Beato Amato di Saludecio come uno di quelli che potevano essere considerati “patroni loci” per elezione popolare.
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