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Tra utopia e utopismo. - Sommario di un percorso ideologico
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Autore libro: Lami G.F., Collana: SAGGI FUORI COLLANA - pagine 363
"e' come se, attraverso il modello utopico, si costituisse un punto di riferimento al di fuori e a prescindere da qualsiasi spazio, luogo e momento storico. Ebbene, come si puo' costruire una citta' concreta, prevedere un'alternativa alla situazione che e', attraverso un modello che non e'? o, quanto meno, che non e' ancora?
e' forse questo il modo, per tornare a parlare di "profezia" e di realta' collocate nel futuro? con annessa svalutazione del presente?
C'e' una critica rivolta da Aristotele a Platone, che ricalca molto fedelmente questo genere di obiezioni. Platone si era fatto carico di sostenere una tesi alquanto sconvolgente, per il suo tempo, e anche per oggi. Proponeva che, nella sua citta', vigesse la comunione dei beni, delle donne e dei figli. Una tale invenzione, ad Aristotele, parve talmente rivoluzionaria - e' strano che di Platone si parli come di un rivoluzionario, e di Aristotele, al contrario, come di un conservatore! - che dovette sembrargli ovvio avversarla con tutte le sue forze. L'imputazione prima fu precisamente questa: se un'idea del genere fosse stata valida, certamente ci avrebbe pensato qualcun altro ad attuarla, e non sarebbe stato necessario arrivare fino a tempi tanto recenti (stiamo parlando del IV secolo, prima dell'era volgare!), senza avere trovato luogo o tempo per vederla realizzata.
Il problema e' davvero tutto qui. Ed e' un problema che, alla fine dei conti, ci portera' a distingue la categoria (e il concetto) di utopia dalla categoria (e dal concetto) di utopismo, che non sono affatto la medesima cosa."
Dall'Introduzione
Editore | Il Cerchio |
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