Sacro e profano. La religiosità popolare in Romagna tra reminiscenze pagane e Cristianesimo
In Romagna esiste un repertorio religioso popolare che è la diretta filiazione, oltre che della liturgia classica interpretata con una visione schiettamente popolare della fede, anche di antichi residui di religioni pagane precristiane.
Il risultato di questa commistione è un corpus di orazioni già pubblicate più volte, ma sempre con il semplice intento di conservare dall'oblio questo importante patrimonio.
Con questo lavoro gli autori cercano di fornire a questo repertorio una interpretazione che ne mostri le fonti originali ed i processi mentali che hanno condotto a questo risultato; per fare ciò utilizzano strumenti tipici dell'indagine storica e antropologica. Il risultato conduce ad una visione della cultura romagnola che va ben al di là di quelli che generalmente si ritengono i confini di questa terra, sia da un punto di vista geografico che temporale.
Indice del volume:
Prefazione
Presupposti: il passato e le culture subalterne
Imparare dal passato
Il repertorio
Dominanti e subalterni
Anticristianesimo e anticlericalismo
Le eresie
Analisi: le fonti non cristiane
Il demonio e i regni dell’oltretomba
Aspetto umanizzato delle figure religiose
I residui magici e pagani
Il focolare
I falò
I riti agrari
I riti di fertilità
I riti delle nascite, dei matrimoni (riti di passaggio)
I riti mortuari
I presagi e i vaticini
I folletti e le figure tutoriali
Le Antiche Madri
La fata
La strega
La Segavecchia e la Befana
La sconfitta delle Antiche Madri
Tarantismo e ossessione: San Paolo e San Vicinio
I residui dell’antireligiosità
Conclusioni: le eredità del passato
Le valenze attuali
I limiti degli studi sulle tradizioni popolari
Le difficoltà interpretative
Le ultime lotte della Chiesa contro i culti pagani
Motivazioni e usi estranei al senso religioso
Conclusione
Editore | Il Cerchio |
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