Rosa bianca e vermiglia. Musica antica e tradizionale della penisola italiana
Catia Gianessi voce
Gabriele Bonvicini nyckelharpa, tapan, claves, voce
Massimo La Zazzera bansuri, chalumeau, duduk, flauti dolci, ciaramello, bouzouki, conchiglie, voce
Igor Niego gaida bulgara, ney, darbouka, def, riq, tamburelli, cimbali, voce
Walter Rizzo ceccola polifonica, bombarde, ghironda, bouzouki, voce
Roberto Romagnoli tapan, duf, darbouka, tammorra, shaker, sonagli, voce
OSPITI
Marco Ambrosini: nyckelharpa Jule Bauer: nyckelharpa
Claudio Carboni: sax soprano Katharina Dustmann: davul
Enzo Granella: voce Peter Rabanser: oud
Renzo Ruggiero: santur
Riccardo Tesi: organetto
“Maria è stata una rosa: bianca per la sua verginità, vermiglia per la sua carità”. San Bernardo (1090-1153)
Con questo nuovo lavoro Musica Officinalis rende omaggio alla propria terra, rimanendo nel solco della musica antica e tradizionale e arricchendolo con composizioni originali.
Il percorso che abbiamo scelto include una rosa di brani da vari repertori che vanno dai Carmina Burana al Laudario di Cortona del 1200, passando attraverso la musica sacra e popolare del sud Italia, fino alla musica d’autore. È soprattutto da quell’ultimo latino del XIII secolo che prendiamo spunto per addentrarci nelle note più dolci e rarefatte delle laude italiane in volgare.
Nel passaggio dal feudalesimo all’umanesimo tutta l’Europa è attraversata da un radicale cambiamento che coinvolge diversi livelli della società. La vita culturale attraversa un momento di grande fermento: nascono le libere università, inizia a disgregarsi l’egemonia monolitica del clero sul sapere e sull’applicazione degli studi, nuovi ordini religiosi promuovono una nuova condotta di vita indipendentemente da Roma.
Proprio le Laude coincidono con la predicazione di Francesco che, a fronte della mondanizzazione del papato, proponeva una mistica umile e sobria, con un ritorno alla semplicità e un avvicinamento al popolo come comunità cristiana. Da qui il sentimento di autentica religiosità popolare che si esprime in tutta la sua bellezza attraverso la raccolta cortonese e le due Passioni in dialetto pugliese di matrice contadina.
A questa profonda metamorfosi nella vita dell’uomo antico abbiamo cercato di dare suono e vita.
L’intento è trasmettere al nostro pubblico un senso di appartenenza a quella musica sacra, i cui soggetti, seppur “alti” ed emblematici come il Cristo o la Vergine, vengono in realtà dipinti nella loro umanità, con un linguaggio semplice e universale proprio della gente comune, come quel popolo a cui Francesco si rivolgeva.
Il carattere degli arrangiamenti connota il desiderio di plasmare liberamente la materia emotiva della musica, accostando in modo audace stili e generi di epoche diverse.
Questo è stato il nostro compito; a voi, ora, comporre tutta quella parte immaginativa che scaturisce dall’ascolto per andare a toccare tutte le altre sfere sensibili ed emotive.