Re, Baroni, Popolo. - La politica di Giovanni Pontano
Pontano è uno dei grandi protagonisti di quel secolo eccezionale che è stato per l'Italia il ‘400. Nato in Umbria, a Cerreto di Spoleto, nel 1429, Pontano si trasferisce giovanissimo a Napoli dove percorre una folgorante carriera al servizio della dinastia aragonesefino a diventare primo ministro di re Ferrante.
Per decenni è protagonista della storia politica e diplomatica d'Italia, dimostrando anche elevatissime qualità di poeta e letterato (è ritenuto ancora oggi il maggior poeta latino dopo l'antichità), ma anche scrittore di etica e di politica.
Molto studiato come poeta è letterato, Pontano è stato finora trascurato come teorico della politica, benchè i suoi scritti fra i quali spicca il De obedientia siano fra i massimi del suo secolo. Questo saggio esamina appunto questo aspetto dell'opera di pontano, il quale partendo dall'analisi della difficile situazione del regno di Napoli stretta fra le difficoltà di una nuova dinastia e la nobiltà baronale rissosa e gelosa delle nuove autonomie e dei propri previlegi, ricava una teoria che va al di là dei problemi napoletani, in un difficile ma necessario equilibrio tra obbedienza e giustizia, tra autorità e libertà.
Problemi eterni sui quali ancora oggi siamo costretti a riflettere.
Notizie su Giovanni Pontano
Giovanni Pontano (Cerreto di Spoleto, 7 maggio 1429 – Napoli, 17 settembre 1503) è stato un umanista e politico italiano. Noto anche come Gioviano Pontano, fu il massimo rappresentante dell'umanesimo napoletano del Quattrocento e dell'Accademia Pontaniana.
Studiò, negli anni quaranta delQuattrocento, presso l'Università di Perugia. Fu per gran parte della sua vita al servizio dei sovrani aragonesi, prima a Napoli, presso la corte di Ferrante I d'Aragona, e, successivamente (1466-1486), al seguito del principe ereditario Alfonso duca di Calabriafuturo effimero re come Alfonso II di Napoli.
Manifestò anche le sue doti di abile diplomatico durante la guerra di Ferrara che vide Napoli (assieme a Firenze e al papa Sisto IV) contrapporsi a Venezia e quando riuscì nell'intento di riappacificare il re Ferrante I (di cui fu primo ministro) con papa Innocenzo VIII (lo stesso che lo stimava a tal punto da laurearlo poeta).
Prese spesso parte ad imprese militari tra le quali vanno menzionate la battaglia di Troia contro gli Angioini (1464), la riconquista di Otranto (1481), oltre alla già ricordata guerra di Ferrara (1482-1484).
Le sue fortune a corte andarono scemando allorché il re Alfonso II fu esiliato da Napoli nel1494 e, dopo il ritorno degli aragonesi, fu accusato di aver parteggiato per il re Carlo VIII diFrancia, riuscendo tuttavia ad evitare una condanna, sebbene dovette abbandonare l'intensa attività politica per dedicarsi ai suoi studi.
Fu in questi anni che curò l'edizione della maggior parte delle sue opere, succedendo al suo maestro, Antonio Beccadelli (detto il Panormita) alla guida dell'Accademia Porticus Antoniana (1471) e che diventerà in seguito prendendo da lui il nome, Pontaniana.
Pontano umanista
Fu riconosciuto, già dal Sannazaro come uno dei più fecondi letterati del Quattrocento e forse il maestro assoluto dell'Umanesimo napoletano, abbracciando oltretutto, la sua opera, numerosi aspetti della vita culturale (non soltanto letteraria) della sua epoca: dall'astrologia, all'etica, all'analisi della società, alla retorica, alla botanica.
Fu un grande studioso dell'antichità classica ed ebbe grandi doti di poeta latino, eccellendo anche nella prosa e riuscendo spesso a sintetizzare la lingua classica con neologismi e termini in volgare, come dimostrò nelle sue opere Amorum libri (il titolo per esteso sarebbe "Parthenopeus sive Amorum libri" del 1455-1458, Lyra, Versus jambici, Hendecasyllabi, De amore coniugali, Tumuli, Neniae, De hortis Esperidum del 1501.
Principali opere
Le opere di Pontano, spesso di difficile datazione, sono numerose ed eterogenee per argomenti trattati e furono raccolte da Pietro Summonte e da Jacopo Sannazzaro. In esse prevale senz'altro l'uso della lingua latina, sia nella produzione in versi che in quella in prosa, ma sempre con uno sguardo alla realtà ed un riferimento a fatti dell'età contemporanea. Tra esse non possono non essere menzionate:
Amorum libri (1455-58); Charon (1467-91); Urania (1476); Asinus (1486-90); Antonius (1487); Meteororum libri (1490); Hendecasyllabi seu Baiarum libri (1490-1500); De principe (1493); De liberalitate (1493); Lepidina (1496); Actius (1499); De Sermone (1499); Aegidium (1501);De hortis Hesperidum (1501); De fortuna (1501)Note sull'autore:
CLAUDIO FINZI (1939), sposato con tre figli, è Professore ordinario di "Storia delle dottrine politiche" nell'Università di Perugia.
Ha insegnato nelle università di Cagliari, della Tuscia, di Roma "La Sapienza", ed ha tenuto corsi e lezioni nelle università di Turku (Finlandia), "Pompeu Fabra" di Barcellona e Gerona (Spagna), Unievrsità Cattolica di Buenos Aires e Università Cattolica di La Plata (Argentina).
Collabora ad alcune prestigiose riviste italiane e straniere, fra le quali AVALLON, Catholica (Parigi) e Studi cattolici.
Ha collaborato alla Storia di Venezia pubblicata dall'Enciclopedia Italiana insieme con la Fondazione Giorgio Cini di Venezia.
Appasionato di storia delle esplorazioni ha scritto Ai confini del mondo, storia delle esplorazioni nell'antichità (Roma 1977).
Per IL CERCHIO ha pubblicato Gli indios e l'Impero universale (1993)
INDICE:
Prefazione
Capitolo primo
Il gran Pontano
Capitolo secondo
L'educazione del re
capitolo terzo
Obbedienza e libertà
Capitolo quarto
Avere per donare
Capitolo quinto
L'uomo magnanimo
Capitolo sesto
La gloria e il sangue
Capitolo settimo
La matta bestialità
Opere di Giovanni Pontano
Indice dei nomi
Editore | Il Cerchio |
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