Il Cantico dei Cantici, ricchissimo di assonanze simboliche, e' stato da sempre uno dei testi dell'Antico Testamento che maggiormente ha ispirato la meditazione dei Padri della Chiesa, e conobbe una particolare attenzione all'interno della teologia monastica.
Nei Sermones presentati in questo volume, l'Autore commenta ed arricchisce con la sua sapienza biblico-teologica la descrizione che la sposa del Cantico fa del suo amato. Per gustare la freschezza di questo commentario cistercense (ricordiamo che Giovanni di Ford ha completato con 120 sermoni l'opera iniziata da San Bernardo) bisogna collocarsi nell'ambiente teologico del Medioevo, dove "fare teologia" significava semplicemente parlare di Dio, stupirsi davanti all'opera di redenzione dell'uomo, cantare le sue lodi. Anche per Giovanni di Ford la cosa piu' importante e' far presente, attraverso la predicazione, i commentari e le omelie, il mistero vivo di Cristo, per alimentare la fede e per accendere l'amore per Cristo, non per fare dissertazioni sacre. Non esistono correnti teologiche, ma la semplice dottrina sulla Rivelazione del mistero di Dio che salva ogni uomo.
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