Mystice videre. Esperienza religiosa e pensiero speculativo in Cusano
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Il presente saggio vuole offrire uno sguardo d'insieme sulla filosofia di Cusano prendendo come filo conduttore il tema della "visione speculare", ricco di suggestioni e implicazioni ermeneutiche. La visio mystica cusaniana, infatti, è da intendersi quale sguardo rifratto dallo specchio perfetto della verità, il Verbum divino, sulla cui superficie piana e diafana chi guarda viene trasfigurato miracolosamente nell'oggetto della propria visione e consegue così la filiatio Dei adoptiva.
D'altro canto, Dio Padre, generando eternamente la sua stessa perfectissima apparitio nel Figlio, può definirsi quale visio absoluta, in cui soggetto e oggetto della visione si compenetrano senza residuo in un'identità 'relazionale' che Cusano approfondisce sul piano speculativo come sui ipsius cognitio, absolutus conceptus. Attraverso un attento esame dell'esperienza visiva raccomandata da Cusano mediante l'icona del Cristo onniveggente, la filosofia religiosa cusaniana si risolve in un 'gioco degli sguardi e degli specchi' (reciproci e complementari) tra uomo e Dio, in cui la partecipazione della realtà esplicata al proprio principio si lascia ritradurre nell'alternanza magistrale di metafore catottriche che si giocano continuamente sul limitare d'immanenza e trascendenza, teologia positiva e teologia negativa, identità e differenza.
Analizzando altre metafore (o enigmi sensibili) come il murus coincidentiae sive absurditatis, il gioco della palla e quello della trottola, e svolgendo i rapporti di Cusano con figure centrali come Dionigi, Suso, Taulero e Petrarca, si perviene infine ad una vera e propria 'teologia della passione di Cristo'. In essa, il tema della "coincidenza dei contraddittori" assume nuova concretezza e rilievo attraverso la conversione teologica di morte-resurrezione, 'legno della croce'-'albero della vita', che sembra essere l'esito ultimo - mediato da una profonda compenetrazione gnostica tra fede e conoscenza - della riflessione cusaniana.