Mishima Yukio, o l'estetica della morte.
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Autore Errico D.; pag. 96
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50 anni fa l'operosa quiete del Giappone postbellico venne sconvolta da un fatto inaudito: uno fra i massimi scrittori del paese, Mishima Yukio, dopo aver tentato di sollevare le Forze di Autodifesa a Tokio, aveva commesso seppuku, il suicidio rituale della tradizione bushido. Sono passati 50 anni, e questo episodio ha ancora molto da dire, soprattutto a noi europei.
Mishima Yukio. - Pseudonimo dello scrittore giapponese Hiraoka Kimitake (Tokyo 1925 - ivi 1970). Radicato nella tradizione classica del suo paese ma a cnhe conoscitore e ammiratore della letteratura occidentale, con particolare attenzione all'opera di O. Wilde, mostrò fin dalle prime prove di scrittore amore per la parola ricercata e gusto per la metafora. All'indomani della sconfitta del Giappone nella Seconda Guerra Mondiale, condivise con la sua generazione un marcato disinteresse per le vicende e i problemi del paese, dando la preferenza, nei suoi scritti, a temi autobiografici, più o meno scoperti, e all'analisi psicologica. Agli inizi degli anni Sessanta divenne acceso fautore di idee nazionaliste e Imperialiste, fino al punto di dar vita (1968) a una associazione paramilitare, la Ta Te no kai ("Confraternita degli Scudi"), per incarnare il suo credo metafisico e politico. Il 25 novembre 1970 mise fine alla propria esistenza con uno spettacolare suicidio rituale nel quartier generale delle forze di autodifesa (dove aveva fatto irruzione alla testa dei suoi seguaci della Ta Te No Kai, la "Confraternita degli Scudi"), dopo aver arringato un gruppo di soldati invitandoli a farsi restauratori dei valori spirituali del Giappone. il 25 novembre 1970 mise fine alla propria esistenza con uno spettacolare suicidio rituale nel quartier generale delle forze di autodifesa (dove aveva fatto irruzione alla testa dei suoi seguaci della Ta Te No Kai, la "Confraternita degli Scudi"), dopo aver arringato un gruppo di soldati invitandoli a farsi restauratori dei valori spirituali del Giappone.
Numerose le sue opere; alla prima fase della sua attività letteraria risalgono: Kamen no Kokuhaku, 1949, trad. it. Confessioni di una maschera, 1969; Ai no kawaki "Sete d'amore", 1950; Kinjiki, 1953, trad. it. Colori proibiti, 1982; Shiosai, 1954, trad. it. La voce delle onde, 1961, scritto dopo un lungo viaggio in Grecia e ispirato al romanzo classico Dafni e Cloe; Kinkakuji, 1956, trad. it. Il padiglione d'oro, 1962, da molti considerato la sua opera migliore; Utage no ato, 1960, trad. it. Dopo il banchetto, 1963; Utsukushii hoshi "La stella meravigliosa", 1961, con spunti fantascientifici. Alla fase "nazionalista" appartengono le opere Ken ("La spada", 1963), Gogo no eikō (1963; trad. it. Il sapore della gloria, 1967), Yukoku ("Patriottismo", 1966), Eirei no koe ("La voce degli eroi caduti", 1966). Interessato fin dal 1950 al tema della reincarnazione, ne fece il motivo ispiratore di una tetralogia dal titolo generale Hojō no umi ("Il mare della fertilità"), pubblicata a puntate mensili a partire dal 1965 (Haru no Yuki, 1965-67, trad. it. Neve di primavera, 1982; Honba, 1967-68, trad. it. Cavalli in fuga, 1984; Akatsuki no tera, 1968-70, trad. it. Il tempio dell'alba, 1984; Tennin gosui, 1970-71, trad. it. Lo specchio degli inganni, 1985). Ha lasciato anche alcuni lavori teatrali (Kindai nōgaku shū, 1956, trad. it. Cinque nō moderni, 1984; Sado kōshaku fujin, 1965, trad. it. Madame de Sade, 1982; Waga tomo Hittorā, 1968, trad. it. Il mio amico Hitler, 1983) e un ampio saggio contro gli intellettuali suoi contemporanei (Taiyō to tetsu, 1968; trad. it. Sole e acciaio, 1982).
L'AUTRICE
DANIELA ERRICO nasce a Ostuni nel 1996. Durante la sua infanzia ha modo di approcciarsi alla musica classica cimentandosi nello studio del pianoforte e, parallelamente, allo sport praticando per molti anni il tennis. Nel 2010 prosegue i suoi studi presso il liceo classico A. Calamo di Ostuni. In questi anni scopre la propria passione per la lingua giapponese e comincia a studiarla da autodidatta.
Dopo il conseguimento del diploma di maturità, nel 2015 si iscrive all’Università degli Studi di Napoli “L’Orientale” per frequentare il corso di lingue e culture orientali e africane, scegliendo il cinese e il giapponese come lingue di studio. Nell’agosto del 2017 si reca in Cina per seguire un corso di lingua cinese presso la Hebei Normal University di Shijiazhuang.
Nel dicembre del 2018 si laurea portando come argomento di tesi l’autore Mishima Yukio e nei mesi successivi ottiene la certificazione di lingua cinese livello HSK3.
Attualmente studia per il conseguimento della laurea magistrale e continua ad approfondire gli aspetti culturali e valoriali che hanno connotato la storia del Giappone, in particolare, attraverso la lettura di opere legate all’etica del samurai.
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Editore | Il Cerchio |
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