Manualetto di campagna elettorale (Commentariolum petitionis)

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Autore libro: Cicerone M.T., edizione: Salerno editrice., pagine 224, Testo latino a fronte
ESAURITO

Details

E' il 63 a.C., e Marco Tullio Cicerone, homo novus, è candidato al consolato. Concorrenti sono, con altri, Gaio Antonio Ibrida e Lucio sergio Catilina.

E' probabilmente in questo contesto che il fratello minore Quinto scrive il Commentariolum petitionis, un vero e proprio "vademecum elettorale" che prescrive all'illustre oratore una serie di norme di comportamento mirate a creare le condizioni per la non facile elezione.

Marco Tullio fu letto console.

A distanza di più di venti secoli, questa testimonianza offre uno sconcertante confronto tra le tecniche di conquista del consenso praticate nell'antica Roma e quelle in uso oggi.

Recensione di Filippo Ceccarelli, la Repubblica, 08/04/2006

E se la campagna elettorale non avesse tempo? Se il mercato del voto, la ridda dei candidati e gli impegni presi nei comizi fossero più o meno gli stessi di duemila anni fa? Dopo tutto, l' eloquentia corrisponde all' odierna resa televisiva; così come la conquista mirata dei consensi di nobili, ordini equestri e municipi si svolge secondo modalità che appaiono quanto più simili alla ricerca strategica di flussi, segmenti e target elettorali nell' Italia del 2006. C' erano allora, sia a gloria che a pregiudizio della candida veste dell' aspirante (donde ilcandidatus), amanti comprate al mercato degli schiavi, come pure azzardate frequentazioni di istrioni e gladiatori; ci sono oggi, egualmente benefiche o lesive, relazioni con veline, attori satirici e calciatori.

Nel 64 a. C. Quinto Tullio Cicerone aiutò il maggiore e più noto fratello Marco Tullio a correre per il Consolato come homo novus. A tale scopo raccolse i suoi consigli in unCommentariolum petitionis che rappresenta il primo manuale elettorale della storia. Osserva Giulio Andreotti nella presentazione che si tratta di un testo di «imprevedibile attualità». Ma veramente, oltre all' attualità, si potrebbe qui evocare l' eternità, perché in queste pagine (cui seguono le orazioni ciceroniane Ad Attico e In difesa di Murena) pare di riconoscere, confusi tra Catilina e Pompeo all' ombra della Roma pre imperiale, anche il kit del candidato di Forza Italia e i sospetti sull' Unipol, Di Pietro e certi tipetti venuti alla luce con il Laziogate. Senza contare suggestioni che attraversano due millenni uguali come due gocce d' acqua. «Per accattivarsi il favore del popolo - teorizza ad esempio Quinto Tullio - la campagna elettorale esige che si conosca il nome degli elettori». Concetto che Berlusconi articola in modo quasi poetico: «E ricordatevi che alle orecchie degli elettori non c' è parola che suoni più dolce del loro nome».

Ma soprattutto, della campagna elettorale, si coglie nel Commentariolum la stessa l' atmosfera psicologica, quella specie di trance che precede il voto, e quindi la sospensione della routine e del buonsenso, lo sfruttamento impudico dei rapporti umani, l' alterazione del vero, la deriva paranoia dell' "ora o mai più". E infine Roma: «Una città piena di tranelli, di inganni, di vizi di ogni genere» la presenta Cicerone jr; la città che proprio allora comincia a farsi eterna con i suoi banchetti, i suoi portaborse, le sue meretrici, i suoi servi, la sua arte di costruire lusinghe - dal Foro fino alla Rai - risolvendole in promesse e menzogne. Con il che non appare strambo che proprio Andreotti, dall' alto della sua esperienza di "popolano romano" divenuto uomo di Stato, colga la più netta incompatibilità tra "uomo onesto" e "candidato".

Resta da chiedersi come mai, fra ombre e retaggi, riemersioni e rifioriture, sempre più spesso la vita politica vada a battere sempre sulla Roma antica. E la risposta è che forse lì dentro, oltre al passato, si rischia di trovarci un pezzetto di futuro. Un potere che s' identifica nella forza del denaro; una politica del tutto indifferente alla democrazia.

Poi, sì, certo, la storia si ripete, come dimostra questo spin doctor dell' età classica che spinge l' illustre fratello a stringere il solito patto col diavolo per conseguire il risultato. Esito di fronte al quale rimane appena la consolazione di un sospetto: che come ipotizzato da qualche studioso, il Commentariolum petitionis sia un falso. Scritto un centinaio d' anni dopo quel fatidico 64 a. C. per qualche ragione connessa al potere o al denaro, o a tutte e due. Un falso, nel caso, comunque prezioso per capire come la politica ha le sue eterne logiche. Ma che proprio per questo occorre sforzarsi di mantenere il più possibile pulita.

Indice:

Presentazione

Introduzione

MANUALETTO DI CAMPAGNA ELETTORALE - COMMENTARIOLUM PETITIONIS

  • Testo latino
  • Testo italiano
  • Note

APPENDICE I

Marco Tullio Cicerone

AD ATTICO - AD ATTICUM

  • Testo latino
  • Testo italiano
  • Note

APPENDICE II

Marco Tullio Cicerone

IN DIFESA DI MURENA - PRO L.MURENA ORATIO

  • Testo latino
  • Testo italiano
  • Note

BIBLIOGRAFIA

INDICI

Indice dei nomi

Questions