Maggio 1915. Come gli italiani furono costretti alla Prima Guerra Mondiale.

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Autore Agnoli F.M.; pag. 98

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La parola all’Autore: “Al momento del suo ingresso in un conflitto iniziato un anno prima la posizione dell'Italia si poneva in termini assai diversi rispetto agli altri belligeranti. Per il governo e gli intellettuali italiani schierati a favore della guerra non valevano più le valutazioni che nel 1914 rendevano meno illogiche e demenziali le decisioni che portarono i governi a decidere per la guerra senza rendersi conto della belva che scatenavano sull’Europa. Nel 1915 tutto era ormai chiaro: inaudite sofferenze avevano fatto comprendere a chiunque  dotato di ragione la gravità dell'errore commesso, perché le pur deboli giustificazioni del 1914 un anno dopo avevano perso  ogni significato e legittimità.   Si spiega così perché fin dall’inizio per combattere una guerra pseudo-patriottica fu necessario ricorrere ai processi militari, alle fucilazioni sul campo, alle rivoltelle degli ufficiali,  ai  fucili e alle mitragliatrici dei  carabinieri, addirittura al fuoco dei cannoni per dissuadere interi reparti (ne avessero davvero l’intenzione o no) dalla resa”.

L'AUTORE

Francesco Mario Agnoli   ha accompagnato alla carriera di magistrato (è stato componente del CSM nel quadriennio 1986-1990) e di giurista una intensa attività di storico con numerose pubblicazioni, fra le quali, edite dal Cerchio,  Scristianizzare l'Italia (1996), Le insorgenze antigiacobine in Italia 1796-1815 (2003),  Napoleone e la fine di Venezia (2006), Vita, morte e battaglie del generale Giuseppe La Hoz (2009).  Un impegno per  il recupero di eventi storici poco conosciuti che di recente lo ha spinto ad un ritorno, dopo Andreas Hofer, eroe cristiano (1979) e Gli Insorgenti (1988), nell'affascinante mondo del romanzo storico con Il ritorno del Leone (il Cerchio 2012).

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