Lo zibaldone del pessimismo e della reazione.
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Dal riconoscimento, su di un piano metafisico, del carattere maligno dell'essere, il pessimismo conclude all'annichilimento come unica Σωτηρία (Soteria) possibile.
Ci si aspetterebbe allora dal pessimista che si adoperi praticamente al compimento di una siffatta salvezza; ma quando in gioco v’è la vita stessa le cose non vanno deduttivamente da sé, e chi pretendesse legiferare su di essa deve prepararsi a conoscerne la ribellione o perlomeno il rimprovero e con esso il rimorso. Il pessimismo dell’autore oscilla come un pendolo tra la soluzione reazionaria (qui intesa come il solo illuminato governo degli uomini che saprebbe indirizzarli alla loro salvifica destinazione, al Nulla) e un progetto fondato sul concetto di pietà, che vincendo l’ostinatezza della negazione si impegni a rafforzare la piccola barca dell’individuazione personale e collettiva sulla quale, in mezzo al capriccioso mare dei fenomeni, si mantengono queste creature e questi popoli di un giorno
L'AUTORE
Daniele Zanghi, dopo essersi diplomato al liceo Chateaubriand di Roma, ha conseguito due titoli di laurea a Parigi, in filosofia (Paris IV Sorbonne) e in scienze politiche (Sciences Po). Attualmente soggiorna a Jena (Turingia) al fine di approfondire lo studio dell'Idealismo tedesco nel quadro di un doppio titolo di laurea magistrale con l'università La Sapienza di Roma
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Editore | Il Cerchio |
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