La caccia divina. Forma e contenuto dell'insegnamento (un progetto antipedagogico)
Che cosa vale la pena insegnare se non una certa verità? Che cosa vale la pena domandare se non un certo senso delle cose?
Riproporre la tematica ormai imbarazzante e scabrosa del vero e metterla al centro di un progetto di critica della nostra civiltà scolastica è lo scopo di questo testo. Infatti il crollo delle motivazioni profonde della prassi didattica e il venir meno della funzione sociale della cultura vanno ricondotte ad una rinuncia inspiegabile: quella a raccontare, definire, trasmettere, capire e spiegare la verità del mondo.
L'ingombrante assenza di quest'ultima, soppiantata dalle roboanti didattiche delle competenze, dai saperi pragmatici e dalle magiche promesse del Metodo, distrugge la scuola e, il che è peggio, impoverisce la vita e infine costituisce la premessa per lo sviluppo di dinamiche totalitarie cui le democrazie occidentali sembrano ovunque cedere e adeguarsi. Un mondo dell'amministrazione, della regoletta e della formuletta, una società di apparati neutri ma vieppiù invasivi e incontrollati, un potere diffuso policentrico e invisibile, ma non meno oppressivo, rappresentano l'esito di quanto la nostra scuola disossata e deprivata della sua anima va preparando.
Riproporre il tema di un'autenticità del vivere, di una storia di inaudite avventure della conoscenza e della sapienza, che dalla tradizione vivente dei nostri padri ci rilancia verso le mete eversive del nostro desiderio di compimento, è qui ritenuto l'unico mezzo per cambiare direzione... e ricominciare a sperare.
Editore | Il Cerchio |
---|