L'incanto di Circe. - Magie e sortilegi dall'antichita' al nuovo millennio
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Insula AValonis: La mitica Terra dei Pomi posta ad Occidente ove molti eroi antichi arrivarono sorretti dal proprio coraggio e soprattutto dall'assistenza diretta di dèi e dee che li proteggevano ed illuminavano.
Sulla stessa isola nel Medioevo cristiano continuarono a giungere Re ed eroi, e vi si occultò la Coppa del Graal.
Terra mitica (e perciò perfettamente reale), si riferisce non solo alle Origini, quando l'uomo viveva in comunità di spirito con la natura, gli uomini e Dio, ma, attraverso il velo del simbolo, addita possibilità concrete di una ricostruzione dell'Unità al di sopra della diversità, oggi come sempre.
Quest'unità - impossibile da raggiungere con mezzi puramente umani - esula dai limiti delle definizioni filosofiche, ideologiche, politiche, e si poggia sulla riscoperta della fondamentale identità di tutti gli uomini, al di là delle appartenenze razziali, culturali e religiose, riconoscendo ad essi la fondamentale dignità di pellegrino, da Mistero a Mistero, ed il diritto a seguire le diverse tappe del proprio pellegrinaggio - che è itinerario religioso - attraverso le Vie segnate dalla propria tradizione.
Ma Avallon è protetta da nebbie e circondata da acque perigliose da cui possono emergere mostri abissali e sconosciuti, in cui ci si può perdere sedotti dal canto delle sirene, travolti dall'angoscia che assale il navigante quando la certezza del cammino è perduta.
Per non perdersi, oltre a tener saldamente impugnato il timone, bisogna essere disposti ad alzare gli occhi al cielo - atto d'umiltà e di fiducia e, insieme, segno palese di grande Sapienza.
Le acqe perigliose sono quelle delle ponioni personali, della nostra mente lasciata a sè stessa che si separa dalla luce del sole e genera nebbie che deformano tutti i possibili punti di riferimento, dando vita a torbide onde di sensazioni ed emozioni che possono stordire, ma che non sono esperienza autentica dello Spirito.
Per poter ben navigare occorre un legno tagliato sapientemente ed aduso a navigare attraverso secoli di tempeste: il vascello della Tradizione.
Occorre un vento che soffia nella direzine giusta e la maestria di sapergli presentare le vele affinchè se ne riempiano senza lacerarsi.
Occorre un timoniereesperto nella rotta, e tale è il compito dei Maestri spirituali; ma tutto ciò, pur necessario, a nulla servirebbe senza un equipaggio disciplinato.
Disciplina è disponibilità ad obbedire, non per timorema per Amore, nella disponibilità di tutte le facoltà del proprio essere ad obbedire, non per timore ma per Amore, nella disponibilità di tutte le facoltà del proprio essere ad essere ordinate, dall'Amore verso l'Amore.
La scelta di un titolo così evocativo nasce dalla convinzione che l'accesso alla simbolica Isola, nella quale Dio parla agli uomini ed attraverso essi ad ogni atomo dell'universo, è raggiungibile qualora si resti al proprio posto, nell'equipaggio della propria nave: i navigatori solitari su scialuppe di fortuna sono destinati a non andare molto lontano.
Avallon è quindi un segno di riunificazione d'intenti e di sforzi, non di confusione o di sincretismo.
Solo seguendo fino in fondo la propria Via può realisticamente tendersi ad un obbiettivo che i tempi stessi indicano urgente.
Le sterili alchimie culturali, che tradiscono l'orgoglio di farsi profeti (o dèi) e l'incapacità di accettare regole spirituali, non consentono di raggiungere lo scopo.
A dieci anni dalla fondazione ribadiamo con decisione questi punti fermi, che danno senso alla disponibilità ad accogliere le testimonianze di Tradizioni diverse dalla nostra: opera che rinsaldi il rispetto e la stima tra tutti coloro che si scoprono fratelli nel lungo cammino verso l'unico Padre.
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Editore | Il Cerchio |
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