L'Illuminismo dei Rosacroce. Uno stile di pensiero nell'Europa del Seicento.
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Sui Rosa-Croce si discetta da secoli, da altrettanti secoli si pone l'accento sulla loro straordinaria influenza, nessuno, però, è mai venuto a capo della loro esistenza. Anche se molti la danno per scontata. Anche se molti se ne proclamano a vario titolo successori: senza peraltro poter attribuire a questa "mistica società" né certi nominativi di aderenti, né luoghi di attività, né comprovate discendenze.
Come si può notare, il mondo rosa-crociano si presenta come un terreno insidioso intersecato da mille sentieri: dove è facile perdersi e dove è altrettanto facile precipitare nelle "sabbie mobili" del pressappochismo e della faciloneria. Il saggio della Yates è diventato presto un classico, un'imprescindibile opera di riferimento a riguardo, per la sua capacità di ritrarre l'ermetismo-esoterismo dei Rosa-Croce come un sapere niente affatto in contrasto con i fermenti che daranno origine alla rivoluzione scientifica, ma che pone l'uomo quale centro propulsore.
Da qui l'urgente attualità dei misteriosi Rosa-Croce in cui la nomea di scienziati e ricercatori si fonde con l'allure del mago rinascimentale: il dotto speculatore dei nessi segreti della natura, della Philosophia Naturalis di cui sono stati maestri Agrippa e Paracelso. Ma di cui sono maestri anche Dee, Fludd, Ruggero Bacone ed altri ancora che la voce popolare indicava come adepti dell'introvabile Societas Rosa-Cruciana. Introduzione di Claudio Bonvecchio.