L'Europa come Rivoluzione. Pensiero e azione di Jean Thiriart.

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Autore Disogra L.; pag. 112
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Dopo un esordio nelle file dell’estrema sinistra, come altri socialisti belgi e francesi Jean Thiriart (1922-1992) si avvicinò al nazionalsocialismo e si schierò a fianco del Terzo Reich nello scontro con le plutocrazie occidentali. Scampato alla condanna a morte inflittagli su indicazione di Londra, dopo la guerra perseguì l’obiettivo di un’Europa sovrana, potente ed armata, unita “da Brest a Bucarest”, quindi, in una seconda fase del suo pensiero, “da Vladivostok a Dublino”.
Con Jeune Europe, l’organizzazione da lui fondata nel 1963, col libro Un impero di 400 milioni di uomini: l’Europa, scritto nel 1964 e subito apparso in sei lingue, con la rivista mensile “La Nation Européenne” (1966-1969), Thiriart delineò una visione geopolitica ispirata alla teoria dei grandi spazi, in contrapposizione alle prospettive piccolo-nazionali.
Dopo un decennale intervallo di riflessione, Thiriart ricomparve all’inizio degli anni Ottanta come politologo e geopolitico, elaborando progetti teorici di ampio respiro al di là delle contingenze immediate. Morì settantenne, dopo un viaggio a Mosca che gli consentì di esporre le sue idee al multiforme schieramento dell’opposizione “rosso-bruna”.
Nell’ultimo decennio numerosi scritti di Thiriart sono stati tradotti in Italia sulla rivista di Studi geopolitici “Eurasia”, mentre è apparsa postuma la sua opera L’impero euro-sovietico da Vladivostok a Dublino (Edizioni all’insegna del Veltro, 2018).
L’Europa come rivoluzione. Pensiero e azione di Jean Thiriart è la tesi discussa da Lorenzo Disogra all’Università di Parma nell’anno accademico 2017-2018 a conclusione di un corso di laurea magistrale in Relazioni internazionali ed europee.
Due ex militanti del movimento animato da Thiriart negli anni Sessanta, Franco Cardini e Claudio Mutti, sono gli autori, rispettivamente, della Prefazione e dello scritto riportato nell’Appendice.
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