L'epistolario di Pier della Vigna

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Autore Pier della Vigna; pag 1162
ESAURITO

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Silloge “postuma”, l’Epistolario è documento di eccezionale rilievo per la storia e la cultura dell’autunno del Medioevo europeo, di una stagione cioè di contraddizioni tra il dissolversi del vecchio mondo e il lento affacciarsi del nuovo, di scontro tra le ormai declinanti ‘potestà universali’, Impero e Papato, e di affermazione sulla scena di nuovi protagonisti, Regni e Comuni. Federico II, signum contradictionis, di quel tempo travagliato fu interprete, magnifico e tragico, avendo al suo fianco Pier della Vigna – giurista, letterato ed eminente personaggio di corte – che tenne “ambo le chiavi del cor di Federigo”, fin quando, accusato di tradimento, pose fine, col suicidio, ai supplizi inflittigli.

L’Epistolario rappresenta una delle summae più importanti dell’epistolografia medievale e della cosiddetta ars dictandi, ed è insieme l’ipostasi di quello stilus supremus, scintillante arma delle cancellerie imperiale e pontificia negli interminabili duelli politico-teologici. L’edizione odierna colma il vuoto lamentato già novant’anni fa da Ernst Kantorowicz, che defìnì “compito massimo della medievalistica la sua edizione”. Frutto del lungo lavoro di un’equipe di filologi, costituita dal CESN (con il coordinamento di Edoardo D’Angelo), l’edizione – preceduta dal profilo biografico di Pier della Vigna di Hans Martin Schaller (ripreso da Federico II. Enciclopedia fridericiana, Treccani) e da una prefazione del coordinatore – presenta trecentosessantacinque lettere, con introduzioni, traduzione italiana a fronte e note storico-filologiche.

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