Istanbul. Seduttrice, conquistatrice, sovrana.
Viaggiatori avveduti e turisti diligenti che mettete in conto di affidarvi, prima di partire, a voluminose guide: nelle mie intenzioni – e nelle mie speranze – l’ideale sarebbe che lasciaste da parte libri, guide e mappe e vi affidaste fiduciosamente a queste pagine. Certo, questa è la «mia» Istanbul. Non pretendo che diventi anche la «vostra»: mi basterebbe che quanto qui leggete vi aiutasse a trovarla.
Istanbul, la Nuova Roma. Ma è Costantinopoli il suo vero nome, da sempre e per sempre. Un nome che evoca immagini mirabili: il sogno dell’Oriente, le lontananze che si profilano oltre il Bosforo e l’Anatolia. Le moschee, gli harem, i sufi danzanti, gli aromi dei bazar. Da mezzo millennio l’Europa identifica in quella sola città il prezioso anello di congiunzione tra l’Antichità perduta e la Modernità mai davvero raggiunta, tra il Levante e l’Occidente. Ancor oggi, dietro la megalopoli brulicante di vita, noi cerchiamo la città incantata, le tracce di un passato che ci appartiene.
Franco Cardini è professore emerito di Storia medievale nell’Istituto Italiano di Scienze Umane/Scuola Normale Superiore; è Directeur de Recherches nell’École des Hautes Études en Sciences Sociales di Parigi e Fellow della Harvard University. Con il Mulino ha pubblicato «Castel del Monte» (2000), «In Terrasanta» (2002), «Gerusalemme» (2012), «Quell’antica festa crudele» (2013) e «Alle radici della cavalleria medievale» (2014).