Il sultano e l'isola contesa. Cipro tra eredità veneziana e potere ottomano
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Quanto e come gli Ottomani conoscevano Venezia e i Veneziani? Perché decisero di intraprendere la conquista del possedimento insulare della Serenissima, infrangendo la pace trentennale che li legava al governo repubblicano? Sotto quali aspetti la guerra raccontata dai vincitori fu diversa dalla versione offerta dai vinti? Infine, come si svolse la colonizzazione ottomana dell'isola?
L'analisi dei documenti amministrativi e finanziari relativi ai primi tre decenni di governo ottomano a Cipro consente di misurare gli effetti del conflitto sul territorio e sulla società, individuando in particolare la scomparsa dell'aristocrazia dalla storia dell'isola e la riorganizzazione del clero ortodosso, i cui membri divennero gli interlocutori privilegiati del nuovo regime. Determinati a superare la crisi economica dovuta alla guerra, gli Ottomani elaborarono precise strategie di insediamento e pianificarono settori di rilancio, come, per esempio, il commercio. Sconfitti da governanti dell'isola, i Veneziani vi fecero ritorno da mercanti non appena gli accordi di pace con la Sublime Porta concessero la ripresa del loro traffico di bandiera. Tuttavia, la guerra di Cipro aveva ormai modificato irreversibilmente gli equilibri vigenti nell'isola e nel Mediterraneo orientale, sancendone l'apertura a una inedita ed eterogenea competizione commerciale.
"Il sultano e l'isola contesa" ricostruisce la guerra di Cipro e la congiuntura mediterranea tardo-cinquecentesca che vi fece da sfondo.