Il liberalismo illiberale. Come il politicamente corretto è diventato la nuova religione civile delle società liberali.
Ci vantiamo delle nostre libertà. Ci vantiamo del nostro pluralismo. Ne abbiamo fatto un dogma, quello della tolleranza a tutti i costi, per tutti, ovviamente, ma non per i nemici della tolleranza. Poi, però, è il Potere a stabilire che cosa sia tolleranza e chi e che cosa debbano essere tollerati.
Difficile sottrarsi all’impressione che la libertà e la pluralità di opinioni siano oggi sottoposte a una sorta di magistero implicito, il cui criterio di riferimento essenziale è, appunto, la correttezza politica, o “Politically Correctness”, e che quest’ultima non sia più solo un linguaggio, ma una vera e propria religione civile, con i suoi dogmi impliciti e, soprattutto, con la sua capacità di condizionare e censurare le nostre coscienze e i nostri comportamenti.
Giuseppe Reguzzoni ha conseguito il dottorato di ricerca in Storia e Letteratura dell’età moderna e contemporanea. Collabora con l’Istituto Mario Romani dell’Università Cattolica di Milano, dove ha tenuto e tiene corsi di specializzazione nell’ambito della Scuola di Dottorato e della Scuola Superiore di Formazione.
È giornalista pubblicista e svolge libera attività su quotidiani e riviste, nazionali e internazionali. È traduttore (tedesco, francese e inglese) di opere teologiche, storiche e giuridiche. Ha pubblicato: Modernità e secolarizzazione (Milano 2006), Conoscere per indizi (Arona-Novara 2010), Pensare il Risorgimento (Arona-Novara 2011), Dal Monte al Cielo (Arona-Novara 2014).