Il brigante Pagnotta. Nicola Abalsamo 1762-1808.
Nicola Abalsamo, detto Pagnotta, fu allo stesso tempo un repubblicano e un filoborbonico, un insorgente sanfedista e un brigante, un capopopolo e un patriota. Sulla sua figura, protagonista di questo saggio-inchiesta, non si conosce molto perché piuttosto esigua è la documentazione sulla sua esistenza. Il suo nome è legato alla terra lucana: all’area del Pollino, dove trascorse la giovinezza, e al territorio di Pisticci dove, con la sua banda, commise un vero e proprio massacro, e dove fu sepolto dopo l’esecuzione capitale avvenuta a Matera nel 1808. Le leggende popolari lo presentano come un brigante buono, un novello Robin Hood che rubava ai ricchi per dare ai poveri, sempre pronto a difendere il ceto contadino dai prepotenti, e per questo ingiustamente perseguitato. Egli, almeno inizialmente, si schierò con i filofrancesi della Repubblica Partenopea, difendendo gli ideali di uguaglianza e libertà, per poi appoggiare la riconquista del cardinale Ruffo. Deluso, Pagnotta avversò gli invasori transalpini, che soffocavano le comunità con tasse e balzelli, e con punizioni violente e ingiustificate.