Guardiani del potere. Eunuchi, templari, carabinieri e altri corpi scelti.
«Questi servi così formidabili sono sempre necessari, ma spesso fatali al trono del dispotismo». (E. Gibbon)
Nella storia tutte le forme di potere (clan, imperi, istituzioni religiose o politiche) si sono dotate di un corpo scelto di propri guardiani che ne garantiscono la difesa e la perpetuazione. Accade però che le finalità istituzionali cedano il passo a quelle di casta, che il prestigio guadagnato con la fedeltà di molti sia compromesso dai crimini di pochi, fattisi esperti di ricatto, corruzione, trame politiche e d’alcova. Tutti i «guardiani», militari e non militari – siano essi eunuchi, pretoriani, giannizzeri, carabinieri, hackers – hanno capito che per mantenere il controllo sul potere non è necessario assumerlo direttamente: basta infiltrarsi e brigare tra la sfera pubblica e quella privata, tra sicurezza interna ed esterna, governo centrale e amministrazione locale, ideologia e prassi, etica e abuso. Ma non è detto che funzioni per sempre.
Fabio Mini generale di corpo d’armata dell’esercito italiano, è stato capo di Stato maggiore del comando Nato del Sud Europa e comandante della missione internazionale in Kosovo. Tra i suoi libri ricordiamo, pubblicati da Einaudi, «La guerra dopo la guerra» (2003), «Soldati» (2008), «Mediterraneo in guerra. Atlante politico di un mare strategico» (2012) e «La guerra spiegata a...» (2013). Con il Mulino ha pubblicato anche «Eroi della guerra. Storie di uomini d’arme e di valore» (2012).