Gli Asburgo in Italia. Da Carlo V alla dichiarazione di guerra del 1915
Molte persone non sono più consapevoli del fatto che gli Asburgo e l’Austria fino al 1859 erano molto più presenti in Italia che nella Confederazione Germanica costituita dal Congresso di Vienna. Pertanto, più di 100 anni dopo la dichiarazione di guerra dell’Italia all’Austria è doveroso fornire informazioni pertinenti e concise relative al modo e alle motivazioni dalle quali questa egemonia è sorta.
Conoscendo gli eventi politici, spesso catastrofici, dal 1919 fino al nostro secolo, l’operato degli Asburgo è stato di particolare qualità ed è ancora oggi troppo poco riconosciuto. Alcuni regnanti della famiglia Asburgo erano lungimiranti, per lo più onesti e agivano solo raramente contro gli interessi dei popoli presenti nei Paesi da loro governati. Se così non fosse stato, non si spiegherebbe la grande popolarità della dinastia, percepibile ancora oggi.
Se si considerano le grandi opere infrastrutturali promosse e firmate dagli Asburgo ad esempio in Italia e nei Balcani, come la costruzione di ferrovie, strade, porti, scuole, edifici amministrativi e ospedali, si comprende anche il loro grande ruolo strategico nello sviluppo, tipico della Casata e giudicato tuttora positivamente dalle popolazioni locali. Lo stesso vale per tutti i Paesi in cui si applicava l’ordinamento giuridico asburgico; soprattutto nell’Italia settentrionale, dove si ricorda, in parte con nostalgia, di quanto fosse giusta, sebbene lenta e indolente, la pubblica amministrazione rispetto ai sistemi che ad essa si sono succeduti.
Prefazione di Gerhard Tötschinger (†).