Ezra Pound e la Repubblica Sociale Italiana.
Dirompente dalla copertina. Una “bomba”, perché su Pound “fascista” molti hanno sciorinato imprecisioni e pochi hanno saputo scrivere senza farneticare , e nessuno ha documentato “certi fatti” (citazione da uno dei due Cantos italiani di Pound) come l’autore, da Pinuccio Tatarella definito nel 1988 “la Cassazione a sezioni unite su Pound”. Il volume tratta di Pound e di Edoardo Pantano “Poeta e Gregario nella Patria della Repubblica Sociale Italiana”.
Raffiche di novità storiche che Giampaolo Pansa, lettore della penultima stesura, definì “sorprendenti”. Nel testo si illustrano lanche le attività di Montini nella scalata clericale e nella politica italiana, le trame di Vittorio Emanuele terzo (che Pound definì “quel mezzo feto” nel Canto 72°) per fermare Mussolini e per salvare proprio patrimonio e pelle, in accordi con plenipotenziari germanici mentre stava facendo firmare al governo Badoglio (che Pantano dimostra non legittimato nella nomina) il noto armistizio con resa incondizionata agli Alleati.
Nel clima fervido della Repubblica Sociale Italiana è illuminata la vita quotidiana studiata nel frammento della amministrazione della città di Valenza, e dei giornali che ad Alessandria (prima città a reggersi in regime repubblicano il 9 settembre 1943) ospitarono 70 scritti del grande pensatore americano, Pound, poi recluso dai suoi concittadini per 13 anni in un manicomio criminale, dopo aver tentato di farlo diventare pazzo. La R.S.I., che l’autore rivela aver avuto bilancio statale attivo per 20,9 miliardi di lire nel 1945 in piena guerra, per la ferma abilità insuperata del suo Ministro delle Finanze, Domenico Pellegrini Giampietro. Miracolo che mai più si compì nei 65 anni successivi.
Testo esplosivo e polemico, architettato in 90 capitoletti rapidi, tessuti su 300 punti svolti anche con suddivisioni, per 176 pagine, inclusi 2 documenti d’epoca, estremamente rari.