Delle cose appartenenti a bisogni et a comodi della villa.
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Ediz.anastatica delle ediz.Venezia,1561, e Venezia,1560.
De' Crescenzi Pietro 1233-1320, agronomo bolognese scrive tra il 1304 e il 1309, L' ""Opus ruralium commodorum"" , considerato il più importante trattato di agronomia medievale.
Per dichiarazione stessa dell'Autore, il testo si basa su tre tipi di fonti: autori antichi, i moderni e l'esperienza personale.
L'organizzazione dell'opera rivela molta originalità in rapporto a quelle antiche, ed è destinata ad un pubblico socialmente ben definito nell'Italia del 1300: quello della borghesia che aveva costruito un patrimonio nel contado.
Proprio il carattere di enciclopedia pratica spiega il successo che il trattato ebbe tra la prima metà del XIV e la fine del XVI secolo. Il testo è strutturato in 12 capitoli in cui vengono esaminati tutti gli aspetti necessari per una buona conduzione delle "" cose della villa"": la scelta del sito dove costruire l'abitazione, le piante e la coltura delle diverse qualità delle terre e dei campi, i frutii, le viti e il vino, gli alberi da frutto, le erbe, i prati, il giardino, gli animali, gli uccelli rapaci, cose da fare mese in mese.
Nel 1561 l'editore dell'opera il Veneziano Francesco Sansovino lamenta nelle precedenti pubblicazioni una inadeguata traduzione del testo dal latino al volgare, tale da rendere in molti casi incomprensibili alcuni importanti passaggi. Decide quindi di dedicarsi ad una nuova edizione corretta. Proprio per compiere questa accurata traduzione, il Sansovino si rende conto delle continue citazioni che il Crescenzi fa del Palladio, chiamandolo ""Maestro dell'Agricoltura"" .
Decide perciò di legare al volume anche l'opera del ""nobile e antico autore, il quale per ordine de mesi raccoglie tutte le operazioni che si fanno in villa.
In entrambi i volumi sono presenti un vocabolario generale dei termini più desueti usati dagli autori e un indice degli argomenti trattati.