Del vitto e delle cene degli antichi. De Conviti pubblici
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Del vitto e delle cene degli antichi: lezioni di Giuseppe Averani; testo di lingua, ora nuovamente stampato con prefazione e il testo dell'autore
De conviti pubblici: delle cose private; de' pesci delle carni; degli antipasti e delle seconde mense: della sontuosità dei conviti; delle bevande e dei vini, ecc.
Chiarissimo nei suoi tempi, nelle scienze filosofiche e legali, come scrissero di lui, Giuseppe Averani (1662-1738), fù però anche altro. Non soltanto giureconsulto e teologo, ma appassionato fisico, amico e corrispondente di Newton. Averani cercava, attraverso le discipline che perrvicacemente esplorava, di trovare un senso all’esistente. Vorace di sapere si gettava in campi all’apparenza lontanissimi, i quali, per lui, dovevano portare all’esaltazione della dignità umana. Così tra ponderose opere scrisse l’augusta operetta sui cibi degli antichi che divenne uno dei più originali contributi nel campo. Averani trovò modo, in questo suo squisito passatempo, di esplorare l’evoluzione della tavola, che attraverso il perfezionamento dei gusti e dei prodotti naturali, cadenza la civiltà nel suo sviluppo materiale, filosofico e morale.
INDICE:
Prefazione
Lezione I: De' conviti pubblici de' Romani e della loro magnificenza
Lezione II: Delle cene private e delle spese che in esse facevansi
Lezione III: De' pesci
Lezione IV: Delle carni
Lezione V: Degli antipasti e delle seconde mense
Lezione VI: Delle preziosità delle mense e de' vasellamenti
Lezione VII: Della disposizione della cena e de'serventi
Lezione VIII: Delle leggi osservate nel bere
Lezione IX: Dell'uso de' brindisi e delle corone
Lezione X: Dell'ubriachezza e de' gran bevitori
Lezione XI: Delle varie bevande degli antichi
Lezione XII: De' vini
Lezione XIII: Delle bevande calde
Lezione XIV: Delle bevande ghiacciate