Del vitto e delle cene degli antichi. De Conviti pubblici

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Autore: Averani Giuseppe, editore Forni, pagine 170, ristampa anastatica del 1863
ESAURITO

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Del vitto e delle cene degli antichi: lezioni di Giuseppe Averani; testo di lingua, ora nuovamente stampato con prefazione e il testo dell'autore

De conviti pubblici: delle cose private; de' pesci delle carni; degli antipasti e delle seconde mense: della sontuosità dei conviti; delle bevande e dei vini, ecc.

Chiarissimo nei suoi tempi, nelle scienze filosofiche e legali, come scrissero di lui, Giuseppe Averani (1662-1738), fù però anche altro. Non soltanto giureconsulto e teologo, ma appassionato fisico, amico e corrispondente di Newton. Averani cercava, attraverso le discipline che perrvicacemente esplorava, di trovare un senso all’esistente. Vorace di sapere si gettava in campi all’apparenza lontanissimi, i quali, per lui, dovevano portare all’esaltazione della dignità umana. Così tra ponderose opere scrisse l’augusta operetta sui cibi degli antichi che divenne uno dei più originali contributi nel campo. Averani trovò modo, in questo suo squisito passatempo, di esplorare l’evoluzione della tavola, che attraverso il perfezionamento dei gusti e dei prodotti naturali, cadenza la civiltà nel suo sviluppo materiale, filosofico e morale.

INDICE:

Prefazione

Lezione I: De' conviti pubblici de' Romani e della loro magnificenza

Lezione II:  Delle cene private e delle spese che in esse facevansi

Lezione III:  De' pesci

Lezione IV: Delle carni

Lezione V: Degli antipasti e delle seconde mense

Lezione VI: Delle preziosità delle mense e de' vasellamenti

Lezione VII: Della disposizione della cena e de'serventi

Lezione VIII: Delle leggi osservate nel bere

Lezione IX: Dell'uso de' brindisi e delle corone

Lezione X:  Dell'ubriachezza e de' gran bevitori

Lezione XI: Delle varie bevande degli antichi

Lezione XII:  De' vini

Lezione XIII: Delle bevande calde

Lezione XIV: Delle bevande ghiacciate

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