Calvario ROSSO. Marianna Azzolini, storia di una violenza partigiana
Il libro di Elena Branchini Braglia rompe un vero e proprio tabù: la violenza dei partigiani nei confronti delle donne prigioniere durante la guerra civile italiana 1943-1945.
Il caso esaminato è quello della giovane donna reggiana Marianna Azzolini, sorella dell'ufficiale medico Pietro Azzolini, trucidato dai partigiani nel Giugno 1944.
Marianna venne catturata ed imprigionata per mesi nel famigerato "carcere partigiano della montagna".
La storia è stata ricostruita sulla base di documentazione archivistica e di scritti della stessa Marianna.
La Azzolini riuscì a salvarsi e nel dopoguerra lasciò nella sua corrispondenza la drammatica testimonianza della sua vicenda.
Dal dopoguerra ad oggi la verità di quanto accadde durante la guerra civile è stata sacrificata alla sudditanza verso il potere politico dei "vincitori".
Ora il decrepito muro di omertà e silenzi sui crimini partigiani si sta sgretolando e Marianna è finalmente libera di raccontare la sua storia.