Antiche liriche irlandesi

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Autore libro: Giusti G. (a c.), pagine 164
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Tra l’VIII e il XII secolo l’Irlanda – una delle ultime terre dell’Europa occidentale ad essere cristianizzata – conosce un’improvvisa quanto splendida fioritura poetica, senza pari nella coeva letteratura medievale, prodotto dell’incontro tra l’antica cultura gaelica e quella, più “recente”, di matrice latino-cristiana importata, verso la metà del V sec., dai monaci al seguito di san Patrizio.

Le poesie raccolte in questo volume – brevissime alcune, più lunghe altre – intendono offrire al lettore un panorama quanto più ampio e articolato di quell’espressione lirica, esemplandone tutti i filoni “classici”: la poesia della natura, che ne esalta, con semplicità e delicatezza, bellezze e spettacoli; la poesia d’amore, dotata di una straordinaria capacità d’introspezione, tale da tratteggiare, in pochi versi, personaggi vivi e reali; la poesia toponomastica, uno dei generi preferiti dagli antichi irlandesi, dove persiste, nel tentativo di spiegare l’origine del nome di un dato luogo, l’eco di miti antichissimi; la poesia religiosa e devozionale; l’eulogia, infine, ovvero la poesia encomiastica, tutta tesa a celebrare le lodi del committente e dei suoi familiari.

L’agile traduzione, posta a fronte dell’originale antico-irlandese, valorizza e consente di gustare a pieno la freschezza e l’aspra bellezza di queste liriche, mentre l’ampia introduzione storico-critica e il ricco corredo di note e spiegazioni in fondo al volume permettono al lettore di comprendere meglio l’ambiente e le situazioni in cui questa produzione poetica – preziosa testimonianza di un mondo per noi remoto e poco familiare – è fiorita.

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