Scritto quando Hesse aveva circa trent'anni (1907-1908), questo breve romanzo narra la storia di due giovani, Hans Calwer ed Erwin Mühletal, giunti davanti alla soglia decisiva di un distacco dai valori dell'infanzia, alla ricerca di una nuova identità, divisi tra la nostalgia dell'eden perduto e il desiderio di un nuovo paradiso. Intimamente autobiografico, come quasi tutti i lavori di Hesse, questo libro offre, accanto ai pregi letterari consueti di uno dei massimi narratori del Novecento, la misura di una modernità che non si attenua con il passare degli anni. Infatti, rivolgendosi ancora una volta all'infelicità dei giovani del suo tempo e di oggi, Hesse si fa interprete della solitudine della incomunicabilità cui la società moderna condanna le anime più sensibili.