Alla madre degli dei e altri discorsi.

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Autori Giuliano l'Apostata, Prato C. (a.c.), Marcone A. (a.c.); pag 352
ESAURITO

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Nato verso il 331, morto nel 363 combattendo contro i Persiani, l'imperatore Giuliano fu un drammatico segno di lacerazione nella storia: esecrato dai cristiani (che lo accusarono di "apostasia"), amato da pochi pagani e presto abbandonato dai suoi stessi discepoli.


A sei anni, conobbe il trauma del massacro del padre e del fratello, perpetrato su istigazione del cugino Costanzo II. Venne educato dall'eunuco Mardonio; e da allora visse di libri e nei libri, in un'esaltazione intellettuale che trasferì nella vita quotidiana. Simile al Sigismondo di Calderon, fatto uscire di prigione per cingere la corona, come poteva non pensare che "la vita è un sogno e che i sogni non sono altro che sogni"? Il grande sogno della sua vita fu la restaurazione della religione pagana: fondata sul neoplatonismo fuso con la teosofia e la teurgia di Giamblico; accesa dall'ispirazione della luce; infuocata dall'ardore cristiano; trasformata in una teologia solare trinitaria.

Questo volume degli "Scrittori greci e latini" presenta i suoi capolavori: la Lettera a Temistio, i discorsi Alla madre degli dei e A Helios re e il Misopogon. I due discorsi sono delle estatiche professioni di fede, delle sontuose omelie liturgiche, degli oracoli immaginosi, delle perfette fusioni di mito e di allegoria filosofica. Nel Misopogon la confessione, la predicazione, il disprezzo, l'ironia e l'autoironia amara e sottile, la disperazione si intrecciano a formare uno dei testi più squisiti della tarda letteratura greca.


Edizione con testo a fronte.

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